Giornata dell′Unità Nazionale e delle Forze Armate

MARTEDÌ 4 NOVEMBRE 2014

II 4 novembre 1918 aveva termine il primo conflitto mondiale - la Grande Guerra - un evento che ha segnato in modo profondo e indelebile l'inizio del '900.

In questa data, oggi:

  • celebriamo l’Unità d’Italia, non dimenticando i caduti che si sono sacrificati per dare vita al nostro Paese
  • celebriamo le Forze Armate, che si dedicano alla sicurezza interna e alla ricerca della pace a livello internazionale
  • celebriamo la trasformazione del nostro esercito in strumento di pacificazione dei conflitti, in situazioni pericolose e difficili che ancora, purtroppo, permangono in numerose parti del mondo.

Tante cose sono cambiate dalle vicende storiche che oggi ricordiamo, ma abbiamo davanti nuove e difficili sfide. A partire da una crisi generale che dura da anni, incide sulla vita concreta di tante donne, uomini, giovani, famiglie, imprese, e sembra aver modificato profondamente anche l’ordine internazionale.

Lo scenario di oggi chiama prepotentemente in causa un intero modello economico, minato da un uso non condiviso dei beni comuni dell’ambiente e delle risorse naturali e umane.

Le grandi sfide di questo tempo sono allora quelle dell’economia, della sostenibilità, della giustizia e sollecitano la ricerca di un nuovo modello di crescita, proprio a partire dai Paesi storicamente “avanzati, sviluppati, industrializzati” come il nostro.
Dobbiamo arrivare a definire un assetto internazionale capace di produrre condizioni stabili di pace, di sicurezza, di garanzia dei diritti e della dignità dell’uomo.

È in questo scenario internazionale che anche le Forze Armate sono chiamate a nuovi compiti da assolvere e, con il loro impegno nelle missioni di pace, contribuiscono a ripristinare gli stessi valori che 96 anni fa hanno mosso giovanissimi, donne e uomini, ad arruolarsi e sacrificare anche la loro vita. E per questo li ringraziamo.

Mantenere la memoria, ricordare tutti coloro che hanno sacrificato la vita per un ideale di Patria e di attaccamento al dovere sono valori immutati nel tempo, per i militari di allora e per quelli di oggi.

Alla solennità di questa commemorazione, oggi aggiungiamo un ricordo speciale: la storia ci appartiene, ne facciamo parte e ne hanno fatto parte persone del nostro territorio. Non c'è distanza fra i luoghi in cui viviamo e la storia.
 
Vittore Papis, aresino, morto in Russia, fa parte di questa storia, della nostra storia. “Per parlare di Vittore Papis, voglio chiamare qua di fianco a me Luisa Papis e suo figlio e chiedo anche a Marco Buroni, Ferdinando Sovran e Vittorio Mucci, che mi hanno permesso di conoscere la storia di questo uomo, di raggiungermi”, queste le parole del Sindaco, Michela Palestra.

Ha quindi aggiunto: “e in ricordo della Campagna di Russia, in cui cadde Vittore, vorrei leggervi una delicata e intensa poesia che il poeta triestino Virgilio Giotti scrisse nel ricordo di due figli, Paolo e Franco, morti in quella tragedia:

 

Sentiremo pianin bâter la porta,
e sarà lui. E ridendo e piangendo
lo baseremo e lu’ ne baserà.
e tornerà la casa ciara, come
prima: saremo indrio felizi;
sì,sì, no’ xe vero".


Dopo gli interventi di Mucci e Buroni e prima di proseguire con la consegna solenne del piastrino, in forma privata, con alcuni rappresentati delle forze dell'ordine e delle loro associazioni, il Sindaco ha concluso il suo discorso con alcuni ringraziamenti.

“Voglio ringraziare – ha dichiarato Michela Palestra - le nostre Forze dell'Ordine che tutelano e controllano il nostro territorio, il Gruppo Alpini di Arese, l'Associazione Nazionale Carabinieri di Arese, Associazione Nazionale Marinai d'Italia e tutte le Associazioni di volontariato che svolgono con generosità, nei rispettivi settori di intervento, mansioni importanti per la nostra comunità. Ancora grazie all'Avis e all'Aido, per la loro costante presenza con il loro gonfalone in queste celebrazioni, al Parroco e alla comunità cristiana impegnati sul territorio anche a sostegno delle situazioni difficili, e alla filarmonica VERDI che sempre accompagna e rende ancora più solenni le nostre cerimonie istituzionali”.

La giornata dell’Unità d’Italia e delle Forze Armate ci richiama a un passato che non possiamo dimenticare perché, insieme alla lotta per la Liberazione e alla Costituzione repubblicana, rappresenta le radici storiche del nostro stare insieme.

Ognuno di noi deve avvertire in modo forte la responsabilità di portare avanti i valori che mossero l'impegno di allora: il riconoscimento dei diritti e della dignità degli uomini e l'unità del nostro Paese.

Grazie. 


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